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I TESORI DEL PARCO: LE FARFALLE
"Ciò che il bruco chiama fine del mondo, per tutti gli altri è una bellissima farfalla". Con questa frase del filosofo Taoista Lao Tze tratta dal suo libro Tao Te Ching desidero iniziare a scrivere di quelle splendide creature che sono le farfalle. Questi insetti lepidotteri erano un tempo comunissimi in tutti gli ambienti adatti e anche in città non era difficile incontrare alcune delle specie più comuni e generaliste. Oggi – sorte purtroppo comune a quasi tutte le specie animali - anche le farfalle soffrono per il degrado ambientale, per la povertà di ambienti idonei al loro ciclo di vita, per l'uso indiscriminato di insetticidi, per la cementificazione, in sostanza per l’impatto devastante della presenza umana "moderna". In pochi milligrammi di peso, la natura ha concentrato in una farfalla tutta la bellezza possibile. Alcune specie, anche nostrane, per dimensioni, forma e soprattutto colori sono quanto di più bello si possa vedere nel regno animale. Ma la poesia delle farfalle, che da sempre ha attirato la nostra attenzione, non sta solo nella loro bellezza.
Il loro ciclo di vita sembra rappresentare simbolicamente un percorso di trasformazione profonda da essere imperfetto (bruco) a essere divino (farfalla) passando per lo stadio di trasformazione (crisalide) in cui tutto ciò che si era viene distrutto e ricostruito per uscire dal bozzolo e prendere il volo verso il cielo. Nato da un minuscolo uovo, il bruco, ovvero lo stadio larvale della farfalla, inizia subito a nutrirsi e a crescere enormemente di peso e dimensioni. Raggiunto finalmente dopo quattro o cinque mute di pelle lo stadio maturo, il bruco si fissa saldamente attraverso fili di seta a un supporto sicuro e qui, immobile nel bozzolo diviene crisalide.
Quello che avviene all'interno della crisalide ci è quasi ignoto: ogni cellula del bruco si trasforma, spariscono mandibole, gambe, segmenti del corpo, occhi e dopo alcune settimane esce un animale nuovo, con ali colorate, antenne, spirotromba per suggere il nettare (non mancano le eccezioni ovvero farfalle che non si nutrono), tre paia di sottili gambe, un nuovo corpo e nuovi occhi. Questo piccolo essere stende ed asciuga all'aria le sue nuove ali e inizia subito dopo a volare in cerca di cibo e di altre farfalle della sua specie per accoppiarsi e perpetuare - uomo permettendo - il suo ciclo vitale. La vita di una farfalla adulta varia molto da una specie all'altra, dai pochi giorni della “Saturnia del pero”, ad oltre l'anno della “Vanessa Io” (vedi foto). Altre specie migrano per migliaia di chilometri attraverso terre e mari per passare la brutta stagione in luoghi più ospitali, altre svernano superando nascoste in fessure e anfratti anche gli inverni più inclementi.
Settembre per molte specie è un mese cruciale durante il quale cercano cibo per accumulare energia per i loro viaggi o per la loro ibernazione; anche un piccolo giardino fiorito tra le case o un balcone con qualche pianta di geranio può offrire loro ristoro. Chi può lo faccia, forse la specie che visiterà il giardino non sarà tra le più colorate e vistose, ma il piacere di averla accolta sarà comunque grande.
FG
Parco dei Castelli
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