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I TESORI DEL PARCO: LE API
E’ quel piccolo insetto che tanto lavora nella bella stagione donandoci prelibati e utili prodotti: il miele, il polline, la propoli, la cera e che sverna all'interno delle arnie. Parliamo ovviamente della conosciutissima Ape domestica (Apis mellifica). L'ape è uno dei pochi insetti con i quali la nostra specie ha familiarizzato e che non genera sentimenti negativi ma di meraviglia e curiosità. Tracce millenarie del rapporto tra api e specie umana si trovano già in graffiti rupestri preistorici e certamente gli Egizi avevano imparato la pratica dell'allevamento razionale senza cioè distruggere la colonia matriarcale e facevano largo uso e commercio dei prodotti dell'alveare. Approfondite testimonianze del loro allevamento ci sono state trasmesse da numerosi storici latini da Plinio a Virgilio ed altri. Le tabulae usate dai romani per la scrittura erano cosparse di cera d'api e su di esse venivano incise le parole. La famosa espressione "tabula rasa" si riferisce proprio all'azione che veniva compiuta per cancellare le parole impresse sulla cera spianandola. Da allora l'allevamento delle api è continuato nei secoli attraversando il Medioevo, il Rinascimento,l'epoca industriale fino ai giorni nostri.
Le api sono importantissime per l'agricoltura e quindi indirettamente per noi stessi tanto da far dire ad A. Einstein che se le api si estinguessero, la specie umana le seguirebbe nel arco di pochi anni. Oltre duecentomila specie di piante di cui almeno cento comunemente coltivate beneficiano dell'attività impollinatrice delle api che non può essere sostituita da nessun altro insetto tanto da poter dire che il rapporto di mutualità tra piante e api è grandioso e dobbiamo ad esse non solo il prelibato miele ma anche la maggior parte dei frutti, degli ortaggi e delle piante dei quali ci nutriamo ogni giorno.
Presente in Italia con quattro sottospecie, ligustica, sicula, carnica e mellifera l'ape domestica viene allevata in ogni regione e produce innumerevoli varietà di miele da quello monofloreale a quello detto mille fiori. La diversità è talmente spinta e dipendente dalle piante visitate da ogni singola ape che praticamente ogni alveare produce un miele proprio e inimitabile e che cambia a seconda delle fioriture presenti in quel momento della stagione. Per fare un paragone è come se schiere di pittori mischiassero i loro colori su una tavolozza secondo il loro estro artistico; il risultato sarebbe quello di colori finali sempre diversi in una gamma di diversità infinita. Altrettanto complessa è la società delle api; all'interno di un alveare vivono, a seconda delle stagioni, da poche migliaia a oltre ottantamila api - tutte femmine - governate da una regina che attraverso complesse relazioni olfattive, sonore, tattili, infravisive (terzo occhio) e altre che non conosciamo dirige in modo perfetto la vita della colonia. Ogni ape è al tempo stesso un singolo animale e una parte di un "organismo" più complesso che è l'alveare e per questo, con ruoli diversi a seconda delle fasi della sua breve vita, lavora, giungendo se necessario ad immolarsi per garantire la sopravvivenza della "società" cui appartiene (ciascuno di noi dovrebbe prendere esempio da un simile comportamento).
In questa società i maschi, che nascono da uova non fecondate, sono presenti in esiguo numero - poche centinaia - solo per alcuni mesi dell'anno da aprile a settembre al fine di garantire la fecondazione delle nuove regine durante i voli nuziali e solo pochi di essi - non più di 4 o 5 - riusciranno ad avere l'amplesso in volo. Dopo questo periodo i maschi superstiti saranno uccisi o scacciati e destinati quindi a morire presto di fame non potendosi alimentare senza l'aiuto delle api nutrici. Dopo il volo nuziale la nuova regina rientrerà nell'arnia e senza più accoppiarsi, accudita e alimentata da giovani api nutrici, deporrà per tutta la sua vita milioni di uova fecondate dalle quali nasceranno solo api femmine. Quando l'alveare attraverso complessi segnali manifesterà la necessità di avere una nuova regina, le api costruiranno una cella di maggiori dimensioni e di diversa forma e inizieranno a nutrire la larva che vi è nata con un cibo diverso, la pappa reale. La prescelta diverrà con questo nutrimento regina, vivrà quattro o cinque anni anzichè cinquanta giorni come le altre sue sorelle e garantirà il futuro dell'alveare. Una curiosità: pochi giorni prima della nascita la futura regina, emettendo un particolare verso, chiamato canto della regina avviserà la regina in carica che è tempo di lasciare l'arnia, cosa che farà senza violenza da lì a poco seguita da metà dell'alveare.
In natura le api hanno molti nemici: insetti, uccelli, mammiferi, virus e batteri, intemperie, incendi, ma in un ambiente in equilibrio nessuno di questi nemici ha la capacità di distruggere la specie. La sola vera minaccia per le api è l'uomo con l'inquinamento che la nostra società produce, con gli antiparassitari usati in agricoltura e ultimamente con le onde elettromagnetiche dei telefonini e chissà presto anche con le piante OGM.
Quanto scritto non è che una piccola parte della complessa e affascinante vita delle api, sulla quale sono stati scritti numerosi libri e fatti innumerevoli studi, inclusi quelli che hanno valso il Nobel per la biologia nel 1973 al tedesco Von Frisch. Altrettanto appassionante è il loro allevamento che chiunque può praticare purchè abbia a disposizione un pò di verde nelle vicinanze della propria abitazione e voglia di apprendere sui libri o nei tanti corsi tenuti dalle associazioni di apicoltori i comportamenti da tenere per non far del male a queste miti creature.
Parco dei Castelli
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