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I TESORI DEL PARCO: LA TALPA

Uno strano animale si aggira per i nostri giardini e parchi. Pochi hanno avuto la fortuna di vederlo dato che il suo ciclo vitale si svolge quasi tutto sotto terra. Si tratta della talpa o meglio delle talpe perché in Italia ne esistono tre diverse specie, la talpa europea, la talpa cieca e la talpa romana. Lasciamo agli esperti naturalisti distinguerle l'una dalle altre e dato che le somiglianze e il modo di vivere tra le tre specie nostrane è abbastanza simile parleremo genericamente di talpa. Questo animaletto, lungo non più di venti centimetri, è ancora frequente nei prati incolti delle periferie romane e spesso si introduce nei giardini ad essi confinanti; sembra inoltre ancora presente in qualche grande parco. La loro presenza si può intuire dai piccoli mucchi di terra sparsi nei campi.

 

Tutto nella talpa è progettato per lo scavo e la vita sotterranea: il corpo è tozzo e cilindrico, il collo cortissimo fa sembrare la testa quasi un’emanazione del tronco, il capo largo alla base diviene conico e termina con muso appuntito e sensibilissimo. Gli occhi - e non potrebbe essere diversamente dato che non servono nell'oscurità delle gallerie sotterranee - sono piccolissimi mentre mancano del tutto i padiglioni auricolari. Gli arti sono molto diversi tra loro, cortissimi e robustissimi gli anteriori che sono armati di unghie tanto grandi da sembrare sproporzionate rispetto alla taglia dell'animale, più lunghi sono gli arti posteriori ma i piedi sono assai meno sviluppati delle mani. La coda è molto corta, non più di tre centimetri. Tutto il corpo è ricoperto di una breve e vellutata pelliccia di colore grigio ardesia o nero. Solo l'estremità del muso e gli arti sono nudi. Attive tutto l'anno, le talpe sono perennemente a caccia di lombrichi, grillotalpa e altri insetti  che vivono nel sottosuolo e ne mangiano giornalmente una quantità quasi pari al proprio peso.

 

Dedite al lavoro di scavo per lo più al mattino o dopo il tramonto, passano il resto della giornata a perlustrare le gallerie alla ricerca degli insetti che vi sono caduti. I loro sensi sono finissimi e possono percepire la presenza di un lombrico a vari metri di distanza grazie al loro olfatto e al senso del tatto e forse alla percezione di onde elettriche emesse dai muscoli delle loro prede. In primavera le femmine in una tana allestita all'uopo e imbottita di foglie (cercate all'esterno durante la notte) mettono al mondo sino a sette o otto piccoli che nascono nudi ma non tardano nel giro di poche settimane a raggiungere la metà delle dimensioni di un adulto e a rendersi indipendenti. Sorpresa fuori dalle sue gallerie la talpa si rivela abbastanza veloce nel cercare di fuggire e non esita anche a gettarsi in acqua e a nuotare con una certa sicurezza. Messa alle strette cerca di mordere, ma nulla può contro i suoi più comuni nemici che sono principalmente i rapaci notturni, i piccoli carnivori notturni (donnola, faina, volpe e tasso) e spesso i gatti.

 

E' opinione comune quanto errata che le talpe arrechino danni alle colture; in realtà se durante il lavoro di scavo possono recidere qualche radice e sciupare un "bel" prato all'inglese, i benefici che portano con la cattura soprattutto dei grillotalpa sono enormemente superiori ai piccoli svantaggi. Le gallerie inoltre arieggiano il terreno e drenano le acque piovane. Un tempo esisteva una strana professione, quella del talparo, che con trappole o esche avvelenate catturava le povere talpe percependo un premio dal proprietario del terreno per ogni talpa catturata e ricavando un altro piccolo utile dalla vendita della pelliccia. Io stesso ho avuto modo di conoscere qualche anno fa in Piemonte forse l'ultimo talparo. Oggi mi auguro che nessuno più desideri la morte di queste creature e dia loro la caccia.

 


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