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I TESORI DEL PARCO: IL RICCIO
Un piccolo animale furtivo, silenzioso e notturno frequenta boschi, parchi, radure, giardini e campi: è il riccio o porco spino (Erinaceus europaeus). E' forse l'insettivoro più conosciuto (anche se molti ignorano che lo sia) e per la sua forma, per le dimensioni e per il suo modo di difesa dai pericoli ha sempre attirato l'attenzione degli uomini tanto da entrare in molti modi di dire come "chiudersi a riccio" o "spinoso come un riccio", nell'oggettistica, e nella letteratura soprattutto infantile.
Il riccio raggiunge una lunghezza di circa trenta centimetri inclusa la cortissima coda, alto non più di quindici centimetri pesa al massimo poco più di un chilo. Il capo è lungo e puntuto con piccoli occhi neri, orecchie brevi e arrotondate e un naso nero e umido. Tutta la parte superiore del corpo dalla fronte alla coda è invece ricoperta da fitti aculei lunghi due o tre centimetri neri alla base e bianco crema all'estremità. Le parti inferiori sono invece ricoperte di un rado pelo grigio.
Il riccio, con varie sottospecie, è diffuso in tutta Europa e in quasi tutti gli ambienti evitando solo le zone acquitrinose e le alte montagne. Non è quindi un animale molto esigente in fatto di ambiente, l'importante è che ci siano prede in abbondanza per il suo nutrimento. Tra i suoi sensi certamente molto sviluppato è l'olfatto, ma acuto è anche l'udito. E' con questi sensi soprattutto che dà la caccia agli insetti di cui principalmente si nutre ma anche a piccoli rettili e molluschi. Completa la sua dieta anche con sostanze vegetali e frutta. Di giorno si rifugia nelle siepi, alla base di alberi, fra le radici o tra i roveti nelle scarpate scoscese e immobile aspetta la sera per mettersi in caccia di insetti.
Spesso siamo ignari della sua presenza e l'incontro durante il giorno, anche per chi frequenta le campagne non può che essere fortuito. Più facile invece incontrarlo di notte, magari mentre attraversa una strada di campagna o mentre mangia in giardino dalla ciotola del nostro gatto. Il riccio si riproduce in piena estate dopo una breve gestazione: i piccoli ricci appena nati, di solito non più di cinque o sei, con gli aculei ancora morbidi e gli occhi chiusi sono forse tra i più bei cuccioli da vedere del regno animale.
Un tempo questo animaletto era comunissimo e ubiquitario; oggi purtroppo a causa dell'uso indiscriminato degli insetticidi che uccidono le sue prede abituali e lo avvelenano indirettamente, dell'agricoltura intensiva che lo ha privato degli habitat adatti dove nascondersi e riprodursi e il proliferare di strade e l'aumento del traffico dal quale non ha difesa perchè istintivamente anziché fuggire si ferma e si "appallotta" è stato in molte zone decimato. Tra i nemici naturali che il riccio incontra nelle sue scorribande notturne - cani, volpi, mustelidi, rapaci notturni, cinghiali - ben pochi riescono ad aver ragione dei suoi aculei e normalmente dopo qualche doloroso tentativo preferiscono cercare prede più facili. Ancora una volta dobbiamo constatare che il vero unico nemico di questo utilissimo animaletto è l'uomo che arriva - spero arrivava - perfino a mangiarselo.
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