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I TESORI DEL PARCO: IL GATTO
Il Felix silvestris catus ovvero il comune gatto domestico è forse l'animale più diffuso nelle nostre case. Questo carnivoro di piccola taglia della famiglia dei felini è stato con ogni probabilità addomesticato oltre diecimila anni fa nel vicino Oriente, nella Mezza Luna Fertile, in Mesopotamia e nelle limitrofe regioni della Siria e della Turchia. All'epoca in quella zona stavano nascendo le prime civiltà agricole della storia e i nostri antenati, così come i progenitori del gatto domestico, trovarono conveniente la convivenza; i primi perché il gatto liberava i granai dai topi e i gatti per l'abbondanza di roditori nei pressi dei primitivi granai. Da questa vicinanza nacque poi con facilità una forma di allevamento e da un rapporto di convenienza si passò a forme più strette di vita in comune con la presenza del gatto nelle abitazioni, nei giochi dei bambini e degli adulti.
Diffusosi poi nell'antico Egitto e da qui nelle civiltà mediterranee, il rapporto con l'uomo non è più cessato, anzi si è evoluto verso un rapporto di pura reciproca compagnia e passione essendo venuto meno lo scopo primordiale della caccia ai roditori. Nel gatto domestico sono rimaste quasi immutate tutte le caratteristiche del suo progenitore selvatico: il suo corpo è agile e flessuoso; dotato di unghie protrattili può arrampicarsi agilmente su alberi e altre superfici, può camminare in assoluto silenzio grazie ai morbidi polpastrelli plantari, tutti i suoi sensi sono fuori dal comune, in primo luogo la vista che gli consente di vedere bene anche in condizioni di scarsissima luminosità, e di percepire la distanza e la profondità di un oggetto in maniera molto precisa grazie alla visione binoculare.
L'udito è molto sviluppato e gli consente di percepire i suoni fino alla gamma degli ultrasuoni che sono emessi dalle sue prede elettive, i roditori. Sviluppati sono anche il senso dell'olfatto e del gusto e oltre al tatto potremmo dire che il gatto ha un sesto senso datogli dalle vibrisse che gli consentono nel buio più assoluto di percepire le dimensioni dei piccoli spazi. Comunica sia verso altri gatti che verso l'uomo con miagolii, soffi, fusa o con il contatto fisico del corpo e leccando. Esprime in questo modo sofferenza, gioia, spavento o altri stati d'animo.
Il gatto domestico si può riprodurre, al contrario di quello selvatico, due volte all'anno e partorire da due a sei cuccioli. Il gatto è un animale che instaura con il suo alter ego umano un rapporto del tutto particolare che solo chi lo conosce bene e lo ama può capire.
Tanto importante è il gatto nella storia dell'umanità che è presente da sempre nell'arte e nella letteratura; nell'antico Egitto il gatto era considerato sacro, e spesso veniva mummificato e deposto nelle tombe dei "padroni". Bastet, dea dell'amore e della fertilità veniva rappresentata con il corpo da donna e la testa da gatto. Anche in Oriente e nelle culture precolombiane del Sud America il gatto era considerato sacro. Non così nell'epoca medioevale, dove il gatto per via delle sue abitudini notturne, veniva spesso associato al diavolo e alle streghe soprattutto se di colore nero e non sono mancati durante l'inquisizione processi a gatti/streghe con immancabile rogo finale.
Raffigurazione di gatti si trovano in tutte le culture su dipinti, vasi, monete, arazzi, sculture. Abbiamo inoltre gatti diventati celebri grazie a scrittori come Carrol (Alice nel paese delle meraviglie), Perrault (Il gatto con gli stivali) e Sepulveda (Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare). Anche nei fumetti i gatti sono ben rappresentati dal gatto Felix e da Gatto Silvestro. Chiudiamo questo breve excursus letterario e quest'articolo citando Pablo Neruda che a questo felino ha dedicato la splendida poesia Ode al gatto.
FG
Parco dei Castelli
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